A me piace molto cucinare. A casa mia la cucina è separata dal soggiorno, e quindi se io sto cucinando *chi* sta davanti la tv in soggiorno, ovviamente non è vicino a me.
Ecco, questa cosa a me non piace per niente. Mi va bene preparare io, ma stare in cucina mentre *altri* si rilassano mi infastidisce. Principalmente perchè vorrei stare anche io di là sul divano.
La regola a casa mia è che mentre io cucino *l’altro* pur non essendo costretto a collaborare, deve stare con me a farmi compagnia.
È comunque un bel momento, in cui è bello parlare, confrontarci sulla giornata, sui progetti che abbiamo, ci raccontiamo cavolate.
Qualche sabato fa mentre mi organizzavo per i vari giri della spesa mi è arrivato un messaggio importante su Whatsapp:
La domenica sera mi mettevo all’opera per il mio adorato piatto romano, ma stavo anche preparando un’infornata di zucca, patate, cipolla rossa e ricotta per la schiscetta del giorno dopo (tra l’altro.. Buonissimo!).
Ho deciso di coinvolgere ¥, che dice di non saper cucinare e soprattutto di non voler imparare.
Nell’entusiasmo dell’inizio di una storia (pur essendo quasi 2 anni, sono comunque pochi se paragonati alla nostra età e alle nostre storie precedenti) di cui so di godere ancora, gli ho chiesto di fare qualcosina di semplice, e lui ha accettato!
Ecco le mansioni che gli sono capitate:
- Prendere l’insalatiera dal ripiano alto del mobile
- Grattuggiare il pecorino
- Pestare il pepe
- Pesare la pasta
- Sbucciare 2 patate
- Buttare la pasta
- Mettere il timer col telefono
Mentre mescolavo la pasta al cacio e al pepe nell’insalatiera l’ho guardato ridendo dicendogli e “Comunque dai, alla fine non è terribile da preparare no? Se ci pensi, hai fatto tutto tu!”
La sua faccia è stata un mix abbastanza divertente tra il rendersi conto con stupore della cosa ed essere tentato dall’esserne fiero, e la faccia di chi c’è cascato in pieno!
E comunque… Rimane vero che trovare un buon pecorino per fare la cacio e pepe è tutt’altro che semplice. Ho bocciato anche quello dell’esselunga!