Conoscenza analitica

Credo che da quello che scrivo un po’ si capisce, in ogni caso negli utlimi tempi ho deciso che non mi pesa parlarne, o semplicemente so di poter gestire eventuali giudizi altrui (me ne frego…) comunque, sono circa 6 anni che ho intrapreso un percorso di psicanalisi.
Non credo di aver mai fatto scelta migliore nella mia vita.
Nel colloquio iniziale mi era stato detto che sarebbe stato un percorso lungo, faticoso e dispendioso. Dispendioso in termini economici e di energia personale. Nulla di più vero. Ma è anche vero che mi è servito tanto.

Se si potesse fare, lo renderei obbligatorio.
Il mettersi in discussione e provare a valutare ed indagare se stesso.
Si imparano molte cose.
Si imparano cose su di se, lentamente.
Si impara a capire meglio le persone, velocemente.
Velocemente nel senso che in poco tempo credo di riuscire ad interpretare, il più delle volte in modo giusto, il comportamento degli altri.

È sempre vero che è facile vedere la pagliuzza nell’occhio altrui piuttosto che la trave nel proprio, ma vorrei affrontare il lato positivo di questo mio essere cresciuta.

Normalmente non cerco i difetti degli altri, non ne ho bisogno.
Però mi rendo conto (o mi piace pensare) di star diventando un’amica migliore.

Nell’indagare le mie nevrosi sono diventata abbastanza brava a riconoscere quelle degli altri. È stato, nel tempo, come acquisire dei superpoteri.
La mia amica si lamenta, chiedendosi perchè le capitino sempre uomini con gli stessi “difetti” e non capisce che è proprio lei a cercarli, a volersi infilare nelle stesse situazioni. Perchè (e i motivi di questo perchè purtroppo non li ho ancora risolti…) siamo portati a ripetere sempre gli stessi errori, a crearci sempre le stesse situazioni di stress.
Si soffre sempre nello stesso modo.
E ci si lamenta.

Ho iniziato il mio percorso di analisi perchè volevo stare meglio. Sentivo che pur in una situazione “tranquilla” c’era qualcosa che non andava.
Stavo con un ragazzo da quasi 10 anni, e ci convivevo da poco più di 4.
Mi dispiaceva sentire che nella mia vita mancava qualcosa. Volevo che fosse diverso, e facevo fatica ad accontentarmi di quello che c’era.
Contemporaneamente ero terrorizzata dall’idea di cambiare (stravolgere) le cose.

Non nego che ci sia voluto coraggio. Tantissimo.
*coraggio* è la parola con cui la mia psicanalista mi invita all’inizio di ogni seduta ad iniziare a parlare.
Ce ne vuole sempre un po’ di più di quello che si pensa di avere.
Ed è sorprendente ogni volta, scoprire che quel coraggio, quella briciola in più, alla fine c’è sempre.

Non so quanto ancora sarà lungo il mio percorso.
So che ci sono ancora tante cose che mi fanno paura, che mi rifiuto di vedere, che sento di aggirare..
‘che le cose finchè non ci arrivi da solo, non le riconosci nemmeno se te le urlano addosso.

Ma so che avrò coraggio. Ne devo avere.
Ho scoperto quanto è bello volersi bene.
Quanto sia meraviglioso riuscire a farsi voler bene, senza avere il dubbio che sia vero, e soprattutto senza avere il terrore che finisca (e su questo ho ancora della strada da fare).
Ho scoperto che pensavo di non meritarlo. E questa è stata una scoperta molto dolorosa. Ancora adesso non sono così sicura che non sia così.
Avere accanto qualcuno che ci vuole bene è sicuramente un acceleratore di questo processo, ma la cosa che credo sia più forte di tutte, è il desiderio di voler stare bene. Di voler star meglio.

La mia amica che “sta male” perchè sente che la sua vita è triste, sbagliata, che non le stia dando quello che vuole.
Quello che ho imparato è che la vita è semplicemente l’insieme delle nostre decisioni, e che nel momento in cui deciderà di cambiare, le cose cambieranno. È impossibile che accada prima.

Dicevo di volere una famiglia, ma sono stata più di 11 anni con una persona che non voleva figli, e non voleva nemmeno sposarsi.
Ricordo ancora lo sgomento e la disperazione che ho provato il giorno che l’ho capito. Quando ho capito che ero stata io. Era chiaro *fin dall’inizio* che i nostri intenti erano diversi.
Era chiaro *fin dall’inizio*, ma io ho voluto provarci, anzi ho insistito perchè ci mettessimo insieme, e poi sono rimasta in quella storia nonostante tutte le difficoltà che ci sono state.

Finchè semplicemente, non mi sono fermata e non ho guardato con attenzione quello che era lì e chiaro *fin dall’inizio*.
Il fatto che i presupposti non c’erano, e che mi ero infilata in una situazione che serviva solo a farmi sentire infelice.
Perchè si soffre sempre nello stesso modo. Siamo comodi così.

Avevo semplicemente scoperto che la causa del mio essere infelice ero io.
Era tutta colpa mia.
E adesso ho scoperto che devo imparare un’altra cosa importantissima.
Devo imparare a perdonarmi.

Capire di doverlo fare.
Sentire di volerlo fare.
Farlo.

Mi aspetto qui.

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