Pesto alla genovese… ovvero, il riscatto del basilico tisico

Quest’estate avevo comprato una piantina di basilico da tenere a casa.
Purtroppo, abitando in un appartamento al piano rialzato e senza balconi, non ho molta luce. Anche quando l’ho messo sul davanzale esterno della porta-finestra per fargli prendere aria, ho visto che non se la passava per nulla bene… si, insomma, l’aria veniva spesso appestata dallo scarico delle auto che transitano nel nostro vialetto condominiale..!

Alla fine è giunta in nostro soccorso la vicina di casa. Quando ci ha chiesto di tenerle d’occhio casa per le sue ferie, ci ha mostrato il sistema automatico di annaffiatura delle piante del suo giardino, e le abbiamo chiesto asilo per il nostro Basilico.

Si è trovato talmente bene che è rimasto lì fino alla scorsa settimana: era diventato una piccola foresta. Sono andata a riprenderlo ed aveva purtroppo già qualche segno del freddo con qualche foglia bruciata. Ne ho ricavato però un bel mucchietto di foglie che invocavano “pesto”!

Purtroppo sarà una ricetta senza dosi. Perché il pesto l’ho fatto ad occhio, naso e lingua! D’altra parte, credo siano gli strumenti più importanti da usare in cucina, no??

Ingredienti per un pesto per due:

  • basilico – un bel mucchietto che riempia bene due mani a coppa
  • qualche grano di sale grosso
  • uno spicchio di aglio rosso
  • parmigiano
  • pecorino romano
  • pinoli
  • olio extravergine di oliva
  • trofie – 250gr
  • 1 patata
  • due manciate di fagiolini

Riguardo al procedimento, come dicevo l’ho fatto a “naso”.

Occorre prima di tutto lavare le foglie di basilico e successivamente asciugarlo benissimo! L’acqua infatti non è una buona amica del pesto.

Successivamente, in preda alla foga del momento, ho messo il basilico nel mortaio ed ho iniziato a pestare.
Dopo aver sfogato un po’ di tensioni della giornata (in effetti da questo punto di vista è un’attività molto utile) mi è venuto in mente di controllare se esiste un ordine di pestaggio. Ed.. ebbene sì, sembra sia meglio iniziare dal sale e l’aglio. Vi assicuro che anche l’ordine che ho utilizzato io ha dato risultati soddisfacenti!
Quindi.. ho messo del basilico, poi ho aggiunto un pizzico di sale grosso ed uno spicchio di aglio rosso pelato e dopo aver polverizzato il tutto ho continuato ad aggiungere basilico.
In effetti ho fatto tutto un pò “a braccio”. Sul piano di lavoro avevo tutti gli altri ingredienti a portata di mano: basilico, pinoli, sale (ne ho aggiunto ancora un po’ durante il pestaggio) olio e formaggio grattuggiato.
Di fatto l’approccio è stato ad ispirazione del momento, ho aggiunto gli ingredienti per come mi piaceva in quel momento.

è stato davvero divertente vedere come il mio pesto pian piano è diventato una crema, ed il profumo che sprigionava era perfetto. Pestavo sorridendo mentre Andrea mi scattava foto per documentare la performance!

Alla fine ho messo da parte il mortaio ed ho messo l’acqua per la pasta sul fuoco. Ho sbucciato una patata e l’ho fatta a cubetti piccoli. Una volta che l’acqua ha iniziato a bollire ho aggiunto il sale e buttato la patata nell’acqua.
Una volta che il bollore è salito di nuovo, ho aggiunto due manciate di fagiolini ed infine, una volta che il bollore è salito per la terza volta, ho buttato le trofie.

Finalmente ho scolato le trofie, e non mi restava che condire la pasta emulsionando il pesto con uno o due cucchiai di acqua di cottura e mescolando bene il tutto in una ciotola grande.
Ho versatp la pasta al pesto nei piatti ed ho servito subito ad un Andrea affamato. Io mi sono poi persa nel fare le foto al mio piatto 🙂

Note sulle radici del mio pesto: 

Mi sono permessa di sostituire il pecorino sardo col pecorino romano in un momento di autoesaltazione 🙂
L’olio che ho usato è pugliese e con un sapore davvero molto corposo: l’olio “di casa mia” non l’ho ancora preso visto che ancora non sono riuscita a ripassare da casa.
Ho usato dei fagiolini surgelati. Normalmente se posso, uso ingredienti freschi, ma quando si tratta di usare dei prodotti fuori stagione, allora il surgelato diventa meglio di un fresco di dubbia provenienza!

 

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